Schumann Robert

(1810-1856)

La questione del dettaglio è quella della provvisorietà. Provvisorio è ciò che fugge, e io amo e scelgo proprio gli autori che perdono molto e quindi danno modo di ricordare.

Giuseppe Sinopoli su Schumann – leggi di più…

Sinopoli sulla memoria e su Brahms

Lei, una volta, parlò della musica come di “una questione di dettagli”.
È vero, il dettaglio è un momento che può passare inosservato, un momento anonimo per chi non lo vede, ma, per chi ha gli occhiali giusti, un momento focale che può gettare luci diverse e nuove prospettive su tutta la lettura. A me questo succede spessissimo con Brahms.

Non è tanto casuale che venga fuori Brahms…
Già, e non solo lui. La questione del dettaglio è quella della provvisorietà. Provvisorio è ciò che fugge, e io amo e scelgo proprio gli autori che perdono molto e quindi danno modo di ricordare. Allora Brahms, Schubert, Schumann, Bruckner, Berg… autori che si confrontano continuamente con la perdita, con ciò che sfugge a loro stessi, in definitiva con la morte. Se uno ha il senso della perdita, è forzatamente un compositore della memoria.

Ma lo spazio che resta alla composizione, in tal caso, è ridottissimo.
Infatti. Io credo che la musica duri un giorno: dopo Brahms è iniziato il tramonto, ora ci troviamo verso le undici e mezzo di sera. Non sarà una tragedia se poi verrà un altro giorno. Nel frattempo resta l’interpretazione… Cioè la memoria.

A parte la memoria, e i suoi autori, lei si è sempre opposto alla registrazione di pezzi facili. Perché?
Senza essere un puro folle, non amo i brani commerciali. È ovvio: ci si deve confrontare con il problema della pubblicizzazione, se non si resta a casa. Tuttavia credo che si possa avere un vero rispetto del pubblico fornendo prodotti seri fatti in modo serio. Scriabin non si vende come Beethoven. Ma se Scriabin viene eseguito in modo perfetto è un investimento: da un lato si fa fare un passo avanti al mercato, dall’altro si dà fiducia al pubblico.

Fonte sconosciuta.