
Mahler
1h 27′ 28″
26′ 23″
Philharmonia Orchestra
Giuseppe Sinopoli, direttore
Registrazioni
All Saints’ Church, London – maggio 1992 (Sinfonia n.7) – studio
All Saints’ Church, London – novembre 1992 (Kindertotenlieder) – studio
1° Edizione in CD DEUTSCHE GRAMMOPHON – 437 851-2 – (2 cd) – durata 51′ 34″ – 62′ 14″ – (p) 1994 – Digitale 4D DDD
La Settima?
La Settima è la sinfonia più emblematica di Mahler con l’Ottava. Appartiene al momento in cui l’uomo attraverso la volontà cerca di risolvere i suoi problemi. Fa parte del periodo conclusivo delle battaglie di Mahler, prima di Das Lied von der Erde e della Nona, che appartengono invece alla fase degli adii, del distacco dalla vita.
Qual è la difficoltà della Settima?
Più che di difficoltà parlerei di problematicità, soprattutto per il finale. Theodor Wiesegrund Adorno lo definiva “ipermaggiore”, riferendosi al “modo” maggiore: un “maggiore” ipertrofico, dalla gestualità clamorosa. Non è facile individuarne il significato. Secondo me sta nel rapporto con il movimento che lo precede, una “Nachtmusik”, musica della notte: e per notte s’intende quella dei romantici, cioè sogno, allontanamento dalla realtà. Il quinto ed ultimo movimento, con la sua eloquenza, è il “superpositivo”, è la luce del giorno: ma in questo caso ha un effetto negativo, quello di distruggere i sogni. Non significa un ebete ottimismo, perciò. Insomma la Settima è la sinfonia più problematica di Mahler, richiede un grande impegno a pubblico ed esecutori.
da IL MAESTRO IMPEGNATO
di Alfredo Gasponi.