L’OPERAZIONE LOHENGRIN LANCIATA DA SINOPOLI

Abbiamo tentato di realizzare il teatro mitologico con un’opera wagneriana dove la dialettica uomo-universo è accentuata nel suo svolgersi anziché nei punti d’incontro. Il “Lohengrin” è la prima opera che anticipa i motivi del “Ring des Nibelungen”, dove la partitura si svolge in modo di tematica sinfonia vocale-strumentale, e apre la problematica del “Parsifal”, dove la musica, nel rappresentare la forza oscura e limitatrice dell’Eros, si spinge all’acme del cromatico tormento.

Come legge la scrittura dell’opera?

Dal punto di vista della scrittura “Loehngrin” instaura l’uso del declamato aperto, dal punto di vista armonico inizia gli allontanamenti dalle consuete armonie, dalle forme chiuse delle opere italiane. Il ritmo, la melodia sono condizionati da un discorso armonico fluente. I contrasti fonici assumono valore di dialettica interiore.

Qual è la miglior virtù del Lohengrin?

È la risonanza armonico-timbrica.

Come si accosta alla partitura il Sinopoli direttore, ma primariamente compositore?

La vedo come atto creati di appropriarmene.

A quali altre composizioni si è dedicato per esprimere le inquietudini contemporanee?

Da Salomè ad oggi c’è stato il silenzio. Ho però intenzione di scrivere dei Liader per soprano e orchestra, su testi di Georg Trakl.