SINOPOLI SUL PODIO DELLA NUOVA GERMANIA .
Ho fatto il viaggio in senso inverso: emigro da ovest a est.
Quest’anno ho deciso che tornerò a fare lo studente universitario: mi iscriverò alla facoltà di archeologia. Non si sa mai, non intendo restare sul podio fino ai novant’anni
Dopotutto riprendo una tradizione tipicamente italiana, il primo kapellmeister importante a Dresda fu infatti un certo Antonio Scadella dal 1568 al 1580. E nell’800, per trentuno anni, ce ne fu un altro, Francesco Moriacchi.
Io ho asciato Berlino, simbolo di questa unificazione tedesca, per andare a Dresda, cioè dall’altra parte. E ciò ha creato forti tensioni. Il processo di unificazione non è infatti facile come sembra. Anche se la fase economica è già compiuta ed è programmata per il prossimo ottobre la riunificazione politica, restano grossi problemi sociali che si trascineranno per anni.
Ma il mio rapporto con Dresda era nato già prima della caduta del Muro, nel’88. Si era creato un feeling particolare che vale la pena di approfondire. Sono stati gli stessi musicisti a volermi, per la prima volta hanno potuto scegliere loro, e non il partito…
Ed io ho accettato subito, malgrado le incognite che ancora sussistono. Per esempio non so come e quanto impegno che finora ho potuto prendere solo sulla parola.
Tuttavia la sfida è stimolante: c’è da scavare in un ricchissimo mondo culturale che finora si conosce per lo più attraverso le incisioni discografiche. La musica per la gente dell’est è stata l’unica possibilità di poter creare una dimensione straordinaria della vita, mentre all’ovest il tempo straordinario non esiste più: tutto è troppo veloce, sono troppe le distrazioni, c’è la corsa all’immagine. Insomma per chi vorrà comparire con i marchi dell’ovest, dall’est potrà arrivare una lezione di moralità.
Comunque il futuro della musica tedesca dipenderà dall’equilibrio che si potrà raggiungere tra queste due componenti, quella spirituale e quella economica.
Ma qual è il tratto distintivo dell’orchestra di Dresda?
È un complesso che ha una grande moralità anche perché ha assimilato il grande sostrato culturale di quella città conosciuta come la Firenze dell’Elba. Tecnicamente possiede degli archi eccezionali, irraggiungibili. È inoltre una formazione che ha i punti forti nel repertorio tedesco di Bruckner, Schumann, Brahms, e soprattutto Strauss che per la Stastkapelle compose alcune sue opere.
Proprio con il programma di Strauss voglio portare l’orchestra in tournee in Italia nel ’93. Prima però, nel ’92, faremo una serie di concerti nel resto d’Europa e saremo all’Esposizione universale di Siviglia. Comunque non intendo creare una mia repubblica personale. Inviterò a dirigere il complesso molti miei illustri colleghi, da Haitink, a Levine, a Colin Davies: ne sono certo, la Stastkappe si inserirà tra i grandi complessi tedeschi con i Berliner, l’Orchestra radiofonica bavarese e l’Orchestra di Lipsia.
23 agosto 1990 di Alessandro Cannavò.