Addio Sinopoli amico mio.
La morte di Giuseppe Sinopoli mi ha personalmente gettato nello sconforto più totale. Non posso capacitarmi che a soli 54 anni quest’uomo straordinario, un turbine di idee, di sentimenti, di intuizioni geniali, nutrito di una bontà e generosità fuori dal comune, ci sia venuto a mancare. Tanti erano i legami con Giuseppe e le battaglie per offrire una professionalità sempre più alta ai musicisti dell’Orchestra Giovanile Italiana: da oggi sarà più difficile, senza questo padre spirituale che ha sempre regalato a piene manila sua lezione, la sua genialità ma anche la sua umanità ai nostri giovani.
E voglio ricordare la grandezza dell’uomo che si è messo anche a disposizione della fantastica Orchestra Giovanile Venezuelana, la più alta dimostrazione che la musica può salvare perfino i bambini di strada.
La sua è sempre stata una dimensione altissima del fare musica dove culture, umanità e capacità interpretativa si sono fuse in questa personalità straordinaria. Abbiamo perso, ho perso un grande musicista, ma anche l’amico, vorrei dire il fratello. La desolazione è grande e accresciuta dal pensiero della terribile tempesta che si è abbattuta sulla sua splendida famiglia: Silvia, Giovanni e Marco.
Giuseppe Sinopoli, che straordinario regalo quello dell’amicizia con un uomo di insaziabile curiosità, generosità inesausta, intelligenza scintillante; un’amicizia scorsa lungo vie segrete che affondano le radici nel più profondo di ciascuno di noi. La sua scomparsa è stata una violenza terribile, quasi la memoria dell’antica “invidia degli dei”.
Come dimenticare le fulminee, rapinose interpretazioni di Liszt o il lucido rigore razionale, straordinariamente poetico, con cui seppe far affrontare ai nostri ragazzi dell’Orchestra Giovanile Italiana le vette de I Cinque Pezzi di Schonberg. Un uomo privo di compromessi, che ha sempre offerto ai giovani, in particolar modo all’orchestra Giovanile Italiana (ma non dimentico che con la sua consueta generosità ha diretto anche l’Orchestra Infantile del Venezuela), la sua guida per entrare con ben diversa intelligenza e sensibilità nelle pagine dei grandi.
La musica davvero come la vita, come chiave per sondare tutte le profondità che rimangono troppo spesso oscure a noi stessi.
Piero Farulli