La Suite, tratta in due atti «Lou Salomè», che fu presentata il 10 maggio 1981 al Nationaltheater di Monaco di Baviera, è concentrata nei momenti «liederistici» e nell’intervento finale del coro. La suite si apre con le battute d’inizio dell’opera (il coro della liberazione degli schivi in Russia nel 1861) cui segue il lied della seconda scena ( Zurigo 1880) nel quale i rapporti tra morte e amore sono espressi da una composizione poetica di Lou in tre strofe. Questo lied per soprano presenta una forma di rondò più che di lied classico, dove i ritornelli musicali con cui inizia ogni strofa sono affidati prima alla grande orchestra, poi ad un ensemble cameristico, quindi di nuovo alla grande orchestra. Segue a seconda scena del secondo atto, ridotta alla sola orchestra, il cui contenuto drammatico si riferisce ad un fatto realmente accaduto nella vita di Lou: durante il sono si sente assalire da un uomo che vuole sedurla; tenta di strangolarlo; si sveglia terrorizzata e riconosce il marito Andreas. La suite si continua nell’ultima scena del primo atto, in cui Andreas, attraverso un tentato suicidio, strappa a Lou il matrimonio. Nella realizzazione sinfonica le parti di Lou e di Andreas sono affidate all’orchestra fino al punto in cui Lou riprende, completando così una forma liederistica, il motivo dell’intervento iniziale di Andreas prima del tentato suicidio, costituendo quest’ultimo così la parte centrale del lied. Questa scena si conclude con l’Abschiedsduett ( duetto di separazione) tra Lou e Poul Rée. Segue il «lied di Lou» della quarta scena del secondo atto. Il testo di Lou chiarifica ancora una volta, in relazione agli uomini che ella conobbe, il rapporto tra vita, amore e morte:«… Strano che la mia vita si voglio legare all’amore, l’amore sempre ala morte». Questo lied in forma davvero classica è affidato solo al pianoforte, ed è seguito da una vasta composizione corale che trae origine dal mio precedente Requiem Hashirim per quattro cori a cappella, ma che se ne differenzia notevolmente per le seguenti ragioni: 1) intervento dell’orchestra; 2) ristrutturazione e modificazione di metronomi ridotti ad un solo tempo base con conseguente mutamento di ritmi interni delle singole parti vocali; 3) modificazioni delle altezze e dei registri vocali; 4) omissioni di parti vocali e introduzione di parti solo orchestrali. Il concetto di lied, in quest’ultima scena dell’opera, diventa radicale, nel senso che al primo lied per pianoforte segue la parte corale centrale che si continua con la ripresa del lied precedente, affidato questa volta all’orchestra con modificazioni del testo e intervento finale del coro maschile. Si realizza così formalmente un lied nel lied.
Giuseppe Sinopoli