Notazioni a proposito di questa SINTASSI TEATRALE

Il mondo dell’antica Grecia è ricco di un fascino e di una suggestione cui molto difficilmente si può rimanere indifferenti. Si sente così il bisogno di riimmergersi in quell’atmosfera meravigliosa senza perciò rinunciare alle esperienze contemporanee, anzi cercando di trovare una sintesi.
Da queste premesse nascono i lavori presentati in questo spettacolo. Il « Frammento N. 48 da Alcmane», facente parte di una serie di frammenti per complesso strumentale e soprano (1966) tende a realizzare una sintesi musicale tra le conoscenze, purtroppo limitate, rimasteci dell’antica musica greca e le attuali correnti dodecafoniche e postdodecafoniche.
Lo studio delle scale e dell’intervallistica greca sono servite come base per un discorso seriale, trattato per altro con autonomia. Molto interessante è risultato lo studio sui ritmi usati negli antichi canti popolari greci ionici e dorici, trovandoli così attuali da giustificarne un accorto riuso.
Non legati a questi propositi appaiono invece i « Frammenti da Saffo » i quali tendono a realizzare una fusione tra la recitazione ritmica, i disegni coreografici e la musica, libera questa volta da rapporti con quella greca. Nell «Edipo Re » si è cercato di trovare un punto d’incontro efficace tra il mondo della musica ed il mondo del teatro; si è ricorso così a precisi stilemi di recitazione ritmica e all’ inserimento di un gruppo strumentale nello spazio scenico ove viene a figurare non come elemento passivo, ma come interprete che si serve dello strumento musicale come l’attore si serve della parola e del gesto.
La tragedia, tradotta dal greco dal prof. Enrico Turolla è ambientata in chiave moderna.
Sarà il dramma esasperato di una «élite » di personaggi costretti a ripetere quasi come un rito la tragedia sofoclea, come se ciò costituisse la sofferta liberazione da «qualcosa di sordido ed equivoco» avvenuto tra loro.
In questo senso il testo perde la sua funzione di contenuto e diventa una forma astratta.
Starà ad ogni singolo spettatore ricercare, scoprire e creare dietro le maniere, gli sguardi, le situazioni, un suo proprio contenuto.
La musica si inserisce nel testo secondo una linea dedotta dallo studio della metrica usata nella tragedia.
In ultima analisi la musica appare là dove una certa scansione metrica lascia supporre che vi sia stata.
La struttura delle armonie si rifà allo studio già effettuato per i «Frammenti da Alcmane», partecipando però meno alle esperienze della musica contemporanea, rimanendo così in una certa atmosfera arcaica. Il ritmo invece si rifà ad un voluto disegno monodico.

Giuseppe Sinopoli