‘LA SINISTRA, CHE DELUSIONE’

ROMA – Giuseppe Sinopoli dirige in questi giorni l’ Orchestra Giovanile Italiana, la formazione di Fiesole creata e animata con instancabile impegno da Piero Farulli. Ora Sinopoli, che non è il primo tra i grandi maestri pronti a offrire sostegno all’ impresa di Farulli (solo pochi mesi fa sul podio dell’orchestra fiesolana c’era Muti), sta guidando i ragazzi dell’ Ogi lungo una tournée partita il 9 gennaio da Perugia e che si conclude a Messina oggi (tappe intermedie a Ferrara, Piacenza, Verona, Cremona).

Si dice “entusiasta” del lavoro accanto a loro:
“Possono diventare un’ orchestra internazionalmente competitiva: come le inglesi, o le tedesche”.

E per esaltarne la serietà e il talento, ha scelto un programma difficile,
“una vera sfida: il poema sinfonico di Liszt Tasso, lamento e trionfo, i Cinque pezzi di Schonberg e la Quinta Sinfonia di Ciaikovskij. Col risultato di una resa straordinaria. Mi ha sorpreso soprattutto il modo in cui i giovani dell’orchestra sono riusciti a affrontare i pezzi di Schonberg, di enorme difficoltà e di rarissima esecuzione (credo che l’ ultima volta che si siano sentiti in Italia risalga alla Biennale di Venezia del ’68, con Maderna sul podio)”.

E’ questo, per Sinopoli, un presente di rivisitazione intensa di Schonberg e del suo tempo:
“Un mondo a cui ero molto vicino una ventina d’ anni fa, prima che il sinfonismo tedesco, e poi l’ approccio a Wagner e a Strauss,
m’impegnassero sempre più. Ora mi ci sono rituffato in pieno: lavoro a un progetto sistematico con l’ orchestra della Staatskapelle di Dresda (Sinopoli ne è il direttore musicale stabile, ndr) che prevede l’ incisione delle opere della seconda scuola di Vienna, siamo già al quinto disco. Coi Wiener Philharmoniker ho appena registrato la Lyrische Symphonie di Zemlinsky e diretto in concerto il Pelleas und Melisande di Schonberg”.

Non solo: a Santa Cecilia, dove dal 18 al 21 gennaio dirigerà un concerto tutto beethoveniano (con Uto Ughi solista), Sinopoli ha anche in programma, per la stagione cameristica, il 22, una serata dedicata a Nono, Webern e Schonberg (Pierrot Lunaire).
Sempre in gennaio (domenica 19 a mezzogiorno) terrà una conferenza nell’ ambito della mostra multimediale che il Palazzo delle Esposizioni di Roma dedica (dal 16) a Schonberg. E mantenendosi nello stesso territorio culturale, dal 28 febbraio dirigerà un nuovo Wozzeck alla Scala. Per gli attuali concerti con l’ Orchestra Giovanile Italiana, Sinopoli ha guidato con slancio i ragazzi alla scoperta dell’ arduo universo di Schonberg:

“Quando ne parlavo durante le prove non volava una mosca: impressionano la serietà, il coinvolgimento, la disciplina di questi giovani. E quella grande sete di informazioni anche culturali che manca ai musicisti delle orchestre italiane, ‘lobotomizzati’ dalla formazione in conservatori pronti a amputare qualsiasi curiosità non strettamente musicale. La scuola di Fiesole di Farulli è una clamorosa eccezione: funziona come il più serio tentativo possibile, in Italia, di riassestamento del lobo offeso. I ragazzi dell’ Ogi sono l’ esempio di quel che potrebbero essere i musicisti italiani del futuro, ammesso che qualcuno riuscisse a impedire che troppe cose, via via, accadessero per strada”.

Quali?
“Parlo della frequentissima impossibilità di trovare un lavoro, visto che in Italia, scandalosamente, le orchestre continuano a chiudere, proprio quando sarebbe più che mai necessario creare nuove orchestre giovanili. Parlo dell’ immobilismo all’ interno delle orchestre attuali, dell’ assenza di ricambio, della sindacalizzazione brutale. I giovani che vi saranno assorbiti rischiano di finire sommersi dalla mentalità vigente. Parlo del problema, gravissimo, di mancanza d’ istruzione musicale nella nostra scuola dell’ obbligo, che con la sua impostazione di marca hegeliano-fascista non considera affatto la musica. Parlo di un ministero della Cultura italiano che sarebbe molto più adatto all’ Uganda. Lo dico senza offesa per l’ Uganda, che scelgo solo a esempio di un paese privo delle nostre tradizioni culturali. Perché Veltroni non considera che le più grandi orchestre del mondo sono in mano a italiani? E perché, visto che non ha il minimo interesse per la musica, non sceglie almeno qualche consigliere? Insomma, la delusione è grande proprio perché dalle sinistre ci si aspettava un intervento diverso”.