Giuseppe Sinopoli a Bayreuth
„Bayreuth conserva una certa ritualità che purtroppo nella società va perduta benché i rituali facciano parte delle basi più importanti.“ Giuseppe Sinopoli
Nel 1873, quando il filosofo Friedrich Nietzsche era ancora uno degli ammiratori di Richard Wagner, scrisse in una lettera a Malwida von Meysenburg:
„Sempre penso che verrà ancora un momento quando tutti saremo seduti insieme a Bayreuth e non capiremo più come si poteva sopportarlo altrove.”
Infatti Bayreuth è una cittadina amabile nella Franconia Superiore („Oberfranken“), a metà strada fra Monaco e Lipsia. La sua caratteristica è un fascino molto modesto, non invadente. A Bayreuth c’è calma quasi tutto l‘anno. Soltanto durante i mesi estivi, da giugno ad agosto, la calma da fiaba si interrompe, quando Bayreuth, grazie a Richard Wagner, apre le porte del proprio Festspielhaus e diviene un centro europeo della cultura operistica.
Chi sente il nome di Bayreuth pensa subito a Richard Wagner e al suo Festival, benché questa idea non corrisponda al carattere di questa città. Già nell’anno 1194 Bayreuth fu documentata per la prima volta, come „Baierrute“. Nel 1421 Bayreuth apparve per la prima volta in una carta geografica. Un primo momento culturale di rilievo si registrò a Bayreuth già durante l’epoca della „Markgräfin“ (marchesa) Wilhelmine (1709 -1758), i cui progetti caratterizzano l’aspetto della città sino ad oggi. A lei infatti si deve la creazione di castelli e parchi, uno dei quali è la Opernhaus in stile barocco, considerata ancora oggi una eredità importante per la cultura mondiale.
Fu proprio l’ Opernhaus a indurre Wagner a sostare a Bayreuth durante un viaggio a Berlino, dal 17 al 20 aprile 1871. Wagner stava cercando una Opernhaus adeguata soltanto alle sue opere, ma quella di Bayreuth gli sembrò troppo piccola. Il progetto di Wagner di costruire un nuovo teatro destò vivo interesse nella comunità locale, poiché si vide in tale progetto un’occasione propizia per creare un centro culturale nell’altrimenti modesta Franconia Superiore.
Il Festival di Bayreuth fu inaugurato dopo il completamento del nuovo teatro nel 1876, proseguendo prima con cadenza irregolare, quindi annualmente a partire dal 1951 ogni anno. Esso si svolge regolarmente dal 25 luglio al 28 agosto.
Sino ad oggi, dirigere a Bayreuth è uno degli impegni più complessi per i direttori. Solo i più grandi direttori del mondo potevano tornare più volte e anche grandi star mondiali non hanno avuto il successo sperato.
Nel 1983 Götz Friedrich, regista della produzione di Parsifal in scena in quell’edizione, portò a Bayreuth il giovane, ma già noto, Giuseppe Sinopoli e lo suggerì come direttore. Wolfgang Wagner accettò il consiglio e lo invitò a dirigere una nuova produzione di Tannhäuser nel 1985. Dunque, a 38 anni, Sinopoli debuttava a Bayreuth, terzo direttore italiano dopo Toscanini e de Sabata, benché allora circolassero voci nell’entourage dello stesso Wolfgang Wagner che si sarebbe preferito un altro direttore.
Malgrado tali dubbi, Giuseppe Sinopoli ancora oggi resta fra i direttori di maggior successo del Bayreuther Festspiele, e allo stesso tempo Bayreuth contava fra le più importanti tappe dell’attività artistica di Sinopoli.
Il rapporto fra Sinopoli e Wagner all’inizio era molto diverso, e solo da un certo momento della sua carriera Wagner divenne un autore centrale della sua attività:
„Ho iniziato la mia carriera con Verdi, ma ora Wagner e Strauss sono divenuti molto importanti per me. Entrambi hanno un peso centrale, e per essi esiste una grande tradizione. Anche per questo è mio compito conservare e presentare di nuovo questo repertorio”. Le opere di Wagner si confrontano con temi sociali che non si ritrovano in altri compositori, così come altrettanto unica è la sua psicologia drammaturgica.“
Al contrario, l’opinione di Sinopoli riguardo all’uomo Wagner era più prudente:
„Wagner era un genio. Quello che creò musicalmente è ineguagliabile, ma sotto il profilo personale era un uomo difficile. Ebbe una relazione con la moglie del suo migliore amico e lo umiliò pubblicamente. In Wagner è più importante la sua musica che le sue qualità umane. La relazione con Wagner come persona era sicuramente problematica. Beethoven era un grande uomo anche se non aveva modi raffinati e non era abbastanza curato. Per Beethoven si aveva rispetto; non so se anche Wagner avesse ottenuto tale rispetto.
Wagner aveva una creatività che era tipica dei grandi spiriti ebrei nella cultura tedesca, penso in modo particolare a Freud e Marx. Il contatto fra Wagner e Freud è molto più stretto di quello che normalmente si pensi. Se si studiano i drammi di Wagner, si ritrovano tutte le teorie di Freud. Come provocazione, ci si potrebbe porre la domanda se Freud non fosse uno allievo di Wagner “
Riguardo all‘antisemitismo di Wagner, esso fu assecondato per adeguarsi opportunisticamente allo spirito del tempo: “Per me Wagner ideologicamente è tutt’altro che antisemita. La sua musica non è antisemitica. Invece la sua relazione verso il dolore dell’umanità è semplicemente troppo intensa. Non è un caso che scrisse Parsifal ponendo al centro il tema della sofferenza dell’umanità.
Sino al 2001, anno della sua morte, Sinopoli ha diretto 93 rappresentazioni a Bayreuth, oltre alle tournée, con Tannhäuser nel settembre 1989 per l’apertura della „Bunkamura”, la nuova sala da concerto a Tokio, e il Lohengrin nella produzione di Wolfgang Wagner presentato al Festival di Taormina nel 1991. Nell’insieme, alla fine del Festival 2000 Sinopoli era, per presenze, al sesto posto fra i direttori che si erano esibiti a partire dal 1951.
Nel 1992 e nel 1993 dirige Der Fliegender Holländer, programmato dal 1990, nella produzione di Dieter Dorn. Quindi, a partire dall’edizione 1994, Sinopoli è impegnato nel Parsifal, che riprenderà sino al 1999. Nello stesso 1994, a parte le cinque rappresentazioni di Parsifal, dirige anche, sempre nel quadro del Festival, un concerto per gli 800 anni della città di Bayreuth, con opere di Siegfried Wagner e Franz Liszt.
Wolfgang Wagner vedeva nella propria produzione del Parsifal il proprio testamento spirituale e artistico, e per esso desiderava Sinopoli come direttore. Ma a causa dell’impegno già assunto per Das Ring des Nibelungen a partire dal 2000, purtroppo Sinopoli non poté esaudire tale desiderio.
“Ci sono quattro opere che per me sono le più importanti e significative, Don Giovanni, Tristan und Isolde, Parsifal e Die Frau ohne Schatten. Parsifal consiste della musica più pura“, sosteneva Sinopoli, considerando Parsifal come una sfida. Se come musicista per lui erano importanti gli aspetti puramente musicali di questa partitura, come psichiatra lo erano anche gli aspetti filosofico-psicologici. La stretta relazione tra la filosofia di Sinopoli e la tematica di Parsifal si evidenziava già nel 1993, quando apparve il suo volume Parsifal a Venezia, e più tardi anche nella dissertazione psicologica Symbolische Verwandlung der Kundry in Richard Wagners Parsifal (Formazione di coscienza e individuazione), testo di una conferenza tenuta nel 1996 a Vienna presso la Siegmund-Freud-Vorlesung.
Nel 2000 Sinopoli diresse il Ring integralmente. Per lui si trattava di uno psicodramma che poneva al centro il concetto della perdita. In una intervista con Sandro Cappelletto aveva dichiarato a questo proposito che rappresentare Wagner è come essere sulla tomba del mito riflettendo sul significato dello stesso. Ma riflettere sul significato del mito significa riflettere sul ricordo, e oggi non c’è più ricordo e oblio ma resta soltanto il vuoto fra questi due estremi.
Egmont Feurabendt
Giuseppe Sinopoli in Bayreuth
„Bayreuth bewahrt etwas mit einer gewissen Ritualität auf, die leider weitgehend in der Gesellschaft verloren gegangen ist, obwohl Rituale zu den Grundfesten gehören.“ Giuseppe Sinopoli
Als der Philosoph Friedrich Nietzsche noch zu den Bewunderern Richard Wagners zählte, schrieb er im Jahr 1873 in einem Brief an Malwida von Meysenburg”:
„Ich denke immer noch, irgendwann einmal sitzen wir alle in Bayreuth zusammen und begreifen gar nicht mehr, wie man es anderswo aushalten konnte.”
Tatsächlich ist Bayreuth ein liebenswertes Städtchen in Oberfranken, auf halben Weg zwischen München und Leipzig gelegen. Seine Idylle ist geprägt von einem bescheidenen, sehr unaufdringlichen Charme. Es ist still in Bayreuth, fast das ganze Jahr. Nur in den Sommermonaten, von Juni bis August, wird der Dornröschenschlaf unterbrochen, nämlich dann, wenn Bayreuth, dank Richard Wagner, die Pforten seines Festspielhauses öffnet und zu einem Zentrum europäischer Opernkultur wird.
Wer Bayreuth hört, denkt immer sofort an Richard Wagner und dessen Festspiele. Dabei wird diese Vorstellung der Stadt nicht gerecht.
Bayreuth wurde als Baierrute bereits 1194 erstmals urkundlich erwähnt. 1421 erschien Bayreuth erstmals auf einer Landkarte.
Einen ersten kulturellen Höhepunkt erlebte Bayreuth bereits in der Zeit der Markgräfin Wilhelmine (1709 -1758), deren Pläne das Stadtbild bis heute prägen. Sie ließ Bauten und Parks anlegen. Hierzu gehörte auch das barocke markgräfliche Opernhaus, welches heute zum Weltkulturerbe zählt.
Dieses barocke Opernhaus war letztlich auch der Grund gewesen, weshalb Wagner vom 17.-20. April 1871 in Bayreuth während einer Reise nach Berlin Halt gemacht hatte. Wagner war auf der Suche nach einem geeigneten, nur für seine Werke bestimmten Opernhaus. Das barocke Opernhaus in Bayreuth erschien ihm für sein Vorhaben aber zu klein. Wagners Plan, dann eben ein neues Theater zu errichten, stieß bei den Verantwortlichen in Bayreuth auf offene Ohren. Diese sahen darin eine Chance, ein kulturelles Zentrum im ansonsten bescheidenen Oberfranken zu werden.
Die Bayreuther Festspiele wurden nach der Fertigstellung des Festspielhauses im Jahr 1876 eröffnet und fanden dann zunächst unregelmäßig, seit 1951 alljährlich statt. Die Festspiele dauern in der Regel vom 25. Juli bis 28. August.
In Bayreuth zu dirigieren gehört für Dirigenten bis heute zu den schwersten Aufgaben. Nur die besten Dirigenten der Welt konnten sich hier längerfristig entfalten. Aber auch schon erfahrene Weltstars sind hier gescheitert. Es nützt in Bayreuth nichts, einen großen Namen zu besitzen. Selbst so bedeutende Dirigenten wie Sir Georg Solti, Lorin Maazel oder Christoph Eschenbach hatten in Bayreuth nicht reüssieren können.
Im Jahr 1983 brachte Götz Friedrich, der damalige Regisseur des Parsifal den jungen, aber dennoch schon bekannten Giuseppe Sinopoli mit nach Bayreuth und empfahl ihn als Dirigenten. Wolfgang Wagner verpflichtete ihn aufgrund dieser Empfehlung für das Dirigat seiner im Jahr 1985 geplanten „Tannhäuser“-Inszenierung, obwohl es offenbar damals im Umfeld von Wolfgang Wagner Stimmen gab, die hierfür lieber einen anderen Dirigenten gesehen hätten.
Giuseppe Sinopoli zählt, den Zweiflern zum Trotz, heute zu den erfolgreichsten Dirigenten der Bayreuther Festspiele und Bayreuth zählte gleichzeitig zu einer der wichtigsten Stationen im künstlerischen Wirken Sinopolis.
Das Verhältnis Sinopolis zu Wagner war anfangs sehr differenziert. Zwar zählte die Musik Richard Wagners für ihn zu den Höhepunkten des musikalischen Schaffens:
„Ich habe meine Karriere mit Verdi angefangen. Weitaus wichtiger sind mir aber jetzt Wagner und Strauss geworden. Beide haben ein zentrales Gewicht, für diese beiden Komponisten besteht eine gewaltige Tradition. Schon deswegen ist es meine Aufgabe, dieses Repertoire zu bewahren und neu zu repräsentieren.“ Und Wagners Schaffen setzt sich mit sozialen Problemen auseinander wie das keines zweiten Komponisten. Und dies alles vor einem tiefenpsychologisch höchst interessanten Hintergrund“.
Seine Einstellung zur Person des Komponisten war aber distanzierter:
„Wagner war ein Genie. Was er an Musik geschaffen hat, ist unglaublich. Aber als Mensch besaß er keine Größe. Es ist indiskutabel, wenn er mit der Frau seines besten Freundes unter den damaligen Umständen ein solches Verhältnis angefangen hatte und ihn in aller Öffentlichkeit brüskierte. Wagner ist ein Komponist, bei dem seine Kompositionen übermächtig sind, weitaus vorrangig vor seinen menschlichen Qualitäten. Der Umgang mit Wagner als Mensch war sicher problematisch. Beethoven war ein großer Mann, selbst wenn er keine feinen Manieren hatte und ungepflegt war. Vor Beethoven hatte man Ehrfurcht, ich weiß nicht, ob der Mensch Wagner Ehrfurcht erreicht hätte.
Wagner hatte eine Kreativität, die eigentlich typisch war gerade für die großen jüdischen Geister in der deutschen Kultur, ich denke da besonders an Freud oder Marx. Die Beziehung zwischen Wagner und Freud ist sowieso viel enger, als man gewöhnlich glaubt. Wenn man Wagners Dramen studiert, kann man alle Freud´schen Theorien wieder erkennen. Als eine Provokation könnte man die Frage stellen, ob nicht Freud ein Schüler von Wagner war. “
In Wagners Antisemitismus sah er hingegen primär eine opportunistische Annäherung an den damaligen Zeitgeist:
„Für mich ist Wagner ideologisch alles andere als ein Antisemit. Seine Musik ist nicht antisemitisch. Dafür ist seine Beziehung zum Leiden der Menschheit einfach zu ausgeprägt. Es ist kein Zufall, dass er einen „Parsifal“ geschrieben hat, dass er das Leiden der Menschheit zum Hauptthema seines Denkens, seiner Arbeit, seines Musizierens gemacht hat. Aber – Wagner war ein Opportunist. Um Vorteile zu haben, ist er auf der antisemitischen Welle seiner Zeit mitgeschwommen.
Bis zu seinem Tod im Jahr 2001 sollte Sinopoli insgesamt 93 Aufführungen dirigiert haben, hinzu kam eine Aufführung des Tannhäusers im September 1989 im Rahmen des ersten Gesamtgastspiels der Festspiele in Japan bei der Eröffnung der „Bunkamura“-Konzerthalle in Tokio und eine Aufführung des Lohengrins 1991 von Wolfgang Wagners „Lohengrin“- Inszenierung bei den Festspielen in Taormina. Damit lag Sinopoli was die Anzahl der Dirigate betrifft am Ende der Festspielsaison des Jahres 2000 an sechster Stelle aller dort bis dahin tätig gewesenen Dirigenten (gerechnet ab dem Aufführungsjahr 1951).
Im Jahr 1985, im Alter von 38 Jahren, war Giuseppe Sinopoli erstmals als Dirigent nach Bayreuth gekommen.
Sinopoli debutierte nach Arturo Toscanini und Victor de Sabata als dritter aus Italien stammender Dirigent 1985 in Bayreuth mit „Tannhäuser“, den er, mit Ausnahme im Jahr 1988 (als der Tannhäuser nicht auf dem Spielplan der Festspiele stand) bis 1989 in insgesamt 25 Vorstellungen dirigierte, hinzu kam die schon erwähnte Aufführung des Tannhäuser in Tokio. Diese „Tannhäuser“-Inszenierung war es schließlich wert, mit Sinopoli am Pult in Bild und Ton aufgezeichnet zu werden.
In den Jahren 1992/93 dirigierte er den seit 1990 auf dem Programm stehenden „Fliegenden Holländer“ in der Inszenierung von Dieter Dorn.
Ab der Saison 1994 war Sinopoli also für das Dirigat des „Parsifal“ verpflichtet, den er dann bis 1999 dirigierte. 1994 dirigierte er am 6. August neben den fünf Vorstellungen des „Parsifal“ noch ein Konzert zur 800-Jahr-Feier der Stadt Bayreuth am 6. August mit Werken von Siegfried Wagner und Franz Liszt.
Wolfgang Wagner hatte seine Parsifal-Inszenierung als sein künstlerisches Vermächtnis gesehen und sich Sinopoli hierfür als lebenslangen Dirigenten gewünscht. Wegen der Verpflichtung, ab dem Jahr 2000 den Ring des Nibelungen zu dirigieren, konnte Sinopoli diesem Wunsch leider nicht entsprechen.
Sinopoli („Es gibt vier Opern, die für mich die wichtigsten und bedeutendsten sind, nämlich „Don Giovanni“, „Tristan und Isolde“, „Parsifal“ und „Die Frau ohne Schatten“. Der „Parsifal“ besteht aus der reinsten Musik“) hatte „Parsifal“ als Herausforderung angesehen. So interessant für ihn als Musiker die rein musikalischen Aspekte der Partitur waren, so interessant waren für ihn als Psychiater auch die philosophisch-psychologischen Inhalte dieser Oper. Die enge Verknüpfung der Philosophie Sinopolis mit der Parsifal-Thematik zeigte sich schon 1993, als Sinopolis Buch Parsifal a Venezia veröffentlicht wurde und auch in Sinopolis psychologischer Abhandlung Bewußtseinsbildung und Individuation: Symbolische Verwandlung der Kundry in Richard Wagners Parsifal, ein Vortrag in der Siegmund Freud Vorlesung 1996 in Wien.
Im Jahr 2000 dirigierte er sämtliche Vorstellungen des „Ring des Nibelungen“. Für ihn ein Psychogramm, in dessen Zentrum der Begriff des Verlustes stand. In einem Interview mit Sandro Cappelletto hatte er hierzu geäußert, dass Wagner aufführen bedeutet, vor dem Grab des Mythos über die Bedeutung des Mythos nachzudenken. Und über den Mythos nachzudenken, bedeutet, über die Erinnerung nachzudenken, und heute gibt es kein Erinnern und kein Vergessen mehr, sondern nur noch die Leere zwischen diesen beiden Extremen.