A proposito di “Numquid et Unum” (1970)

– La forma è momento organizzativo di elementi eterogenei
– nell’ambito di una indagine che si impone per scopo la
– evidenziazione di relazioni peraltro occulte
– onde i materiali usati vangano designati a
– mutamenti di apparenza dettati da una volontà d’azione come momento
rappresentativo di dinamiche arazionali agenti negli spazi dello
inconscio che pagano alla razionalità logicizzata il tributo del
loro manifestarsi nei dati di coscienza.

  • L’immanifesto nel momento fenomenologico diventa relazione.
  • L’ordine rimane ancora l’utopia dei sonnambuli.
  • L’unità-assoluto nobilita l’inerme malizia del puro.

– Suono e silenzio recitano la parte di elementi eterogeni
– l’ambito d’indagine tocca questa volta all’armonia weberniana
– le relazioni peraltro occulte rimangono segreto cerimoniale per i
ministri del turibolo e funamboliche ipotesi per chi ha relegato il
fatto compositivo ad una virginale impressione uditiva
– i materiali usati sono gli elementi eterogenei nell’ambito weberniano prescelto
– i mutamenti di apparenza sono stati affidati al metro al ritmo al timbro
– il resto trascritto e non decifrato ha ottenuto in concessione da non lungo tempo la parte privilegiata di desiderio.

15 ottobre 1970
Giuseppe Sinopoli