Per Giuseppe Sinopolia vent’anni dalla scomparsa

A vent’anni dalla scomparsa, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha ricordato Giuseppe Sinopoli con la presentazione di due volumi a lui dedicati. Sono intervenuti Michele dall’Ongaro, Presidente dell’Accademia di Santa Cecilia, e gli autori Ulrike Kienzle – da remoto – e Gastón Fournier-Facio.

Taglio giornalistico e il ritmo di un diario quotidiano per Gli dèi sono lontani. Giuseppe Sinopoli: una biografia, traduzione del volume Giuseppe Sinopoli. Komponist-Dirigent-Archäologe della musicologa Ulrike Kienzle, edito da Königshausen&Neumann nel 2011. L’edizione italiana, a cura di Clemens Wolken, è pubblicata dalla stessa Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Michele dall’Ongaro afferma che “per l’Accademia questo è un progetto molto importante. Lo abbiamo fortemente voluto proprio per ricordare una figura così fondamentale, particolare e preziosa per la Cultura Italiana e non soltanto per la musica e per l’Accademia di Santa Cecilia”. Si tratta della prima biografia italiana dedicata al Maestro veneziano scomparso il 20 aprile del 2001 a Berlino, e il volume ne ripercorre la vita, la carriera musicale e la passione per l’archeologia. La giovinezza, gli studi di medicina, quelli musicali al Conservatorio di Venezia e l’incontro con Maderna e Donatoni, l’attività di compositore, la carriera di direttore d’orchestra, la carica di direttore principale dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia (1983-1987) e della Philharmonia Orchestra di Londra, il Festival di Bayreuth, la direzione artistica e musicale al Teatro dell’Opera sul finire degli anni Novanta e gli anni trascorsi sul podio della Staatskapelle di Dresda sono documentati con dovizia di particolari.

Articolato e ricco di testimonianze di specialisti il secondo libro presentato: Il canto dell’anima a cura di Gastón Fournier-Facio (ed. Il Saggiatore), ricostruisce la ricca e poliedrica personalità di Sinopoli attraverso un taglio corale, con voci autorevoli invitate ad approfondire i mille volti dei mille volti di un uomo complesso. Saggi monografici, interviste e gli scritti dello stesso Sinopoli per ripercorrere la figura del musicista e dell’uomo, fino alla “scomparsa sconvolgente e ‘spettacolare’ sul podio, stroncato da un infarto mentre la sera del 20 aprile del 2001 – nell’anno del centenario della morte di Verdi – dirigeva l’Aida. Come se si fosse compiuta la chiusura di un cerchio del destino, visto che Aida era stato anche il primo titolo operistico diretto da Sinopoli nel 1977. […] Il libro narra delle numerose tournée internazionali, oltre che della sua carriera di direttore musicale in Inghilterra e in Germania e parla approfonditamente anche dell’intensissima attività che Sinopoli svolse nel suo Paese, contraddicendo il pregiudizio di una sua esterofilia e di una scarsa presenza in Italia” (Gastón Fournier-Facio).

Nel corso della presentazione Silvia Cappellini Sinopoli ha eseguito al pianoforte estratti dalla Klaviersonate di Giuseppe Sinopoli.

SINOPOLI A SANTA CECILIA Giuseppe Sinopoli debutta sul podio dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia il 17 dicembre 1978, all’Auditorio Pio, in un programma con musiche di Manzoni, Berg, Bussotti e Skrjabin che già indica chiaramente il suo percorso di interprete. Il secondo appuntamento risale al 6 febbraio 1983, quando dirige la Sinfonia n. 9 di Mahler. Si tratta della prima esecuzione dell’ultima sinfonia di Mahler nelle stagioni dell’Accademia di Santa Cecilia. È un appuntamento rivelatorio che determina la nomina di Sinopoli a direttore musicale dell’Istituzione,

[…] Sinopoli era la persona giusta al posto giusto: era giovane, italiano, ammirato nel mondo come compositore e direttore, cosa si voleva di più? Con Sinopoli alla guida, l’orchestra avrebbe potuto di nuovo dispiegare la sua caratura internazionale. D’altro canto, il direttore era rimasto a sua volta impressionato dal modo con cui l’orchestra aveva affrontato una composizione così difficile come la Nona di Mahler, eseguita in quell’occasione per la prima volta e ciononostante padroneggiata con straordinaria maestria. “Abbiamo fatto un’esecuzione che non dimenticherò mai, paragonabile solo ad un’altra che ho realizzato con la Israel Philharmonic Orchestra”. E questo voleva dir molto poiché, a proposito del suo debutto a Tel Aviv nel 1982, Sinopoli aveva più volte affermato che l’esperienza mahleriana vissuta in Israele era stato il momento più toccante della sua carriera fino ad allora. Ora, dunque, Santa Cecilia aveva dimostrato di stare all’altezza della Israel Philharmonic. Per Sinopoli è sempre stata importante la prima impressione, il particolare modo in cui veniva accolto da un’orchestra. Se scoccava l’intesa, erano momenti magici. Altrimenti, spesso il primo incontro era anche l’ultimo […]. (Estratto tratto dal volume Gli dèi sono lontani. Giuseppe Sinopoli: una biografia)

Nel corso di questi anni e con i concerti che dirigerà in seguito, Sinopoli appare 174 volte sul podio dell’Accademia sviluppando quel repertorio per il quale la sua cifra di interprete impresse una svolta sostanziale alla programmazione ceciliana e che si concentrava sulla produzione tardo romantica austro-tedesca, in particolare con l’esplorazione del sinfonismo di Mahler e Bruckner che l’Orchestra aveva affrontato poche volte nella sua storia. Di capitale importanza, non solo per la riuscita artistica, ma per la storia stessa della vita musicale italiana, fu l’esecuzione in forma di concerto dell’Anello del Nibelungo di Wagner, affrontata, un titolo per anno, nel corso di quattro stagioni, dal 1988 al 1991. Al ciclo della Tetralogia si aggiunse anche il Parsifal nel 1994. Costante fu il suo impegno nella musica contemporanea di cui diede numerose esecuzioni e, oltre ai già citati Manzoni e Bussotti, nella cronologia dei suoi concerti troviamo opere di compositori italiani come Vlad, Giuranna, Petrassi, D’Amico, Arcà, Nono, Sciarrino. Con l’Orchestra e il Coro di Santa Cecilia Sinopoli ha anche eseguito concerti in Germania e in Australia oltre che in varie località italiane realizzando una registrazione discografica del Rigoletto di Giuseppe Verdi per la Philips (con, tra gli altri, Neil Shicoff, Renato Bruson, Edita Gruberova e Brigitte Fassbaender), recentemente ripubblicata dalla Decca.

Gli dèi sono lontani. Giuseppe Sinopoli: una biografia” di Ulrike Kienzle (edizione italiana Accademia di Santa Cecilia)
Il canto dell’anima” a cura di Gastón Fournier-Facio (Il Saggiatore)